La salute mentale è uno degli aspetti meno considerati sul posto di lavoro: sempre più spesso, infatti, si sente parlare di burnout, sindrome legata allo stress lavoro-correlato, che porta all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche.
Lo scenario potrebbe però essere molto differente se si parla di spazi di lavoro condivisi, che non solo aiutano il networking, la crescita aziendale e la produttività, ma sono molto utili per ridurre lo stress.
Equilibrio tra vita privata e lavorativa
Lavorando in uno spazio di coworking i lavoratori non sono tenuti a mantenere i rigidi orari di lavoro di un ufficio e possono gestire il proprio tempo.
Grazie a questo, possono passare più tempo con la propria famiglia o per coltivare i propri interessi, mantenendo un umore più allegro e stabilendo limiti più definiti tra vita professionale e privata.
Senso di appartenenza
L’uomo è un cosiddetto “animale sociale”: anche i più introversi hanno bisogno di interazione.
Lavorare in ambienti solitari è più faticoso ed estenuante, cosa che spesso porta alla scontentezza e a un calo di produttività. Quando si lavora insieme, si crea un senso di appartenenza ad un gruppo che porta a una maggiore soddisfazione, efficienza e, conseguentemente, migliora la produttività.
Postazioni di lavoro personali
Uno dei punti cardini degli spazi di coworking sono le postazioni di lavoro personali: i lavoratori possono lavorare alle proprie condizioni, senza nessuno che li comandi. È possibile fare pausa ogni volta che se ne sente il bisogno, le aree relax condivise aiutano a svagarsi e quindi ad essere più concentrati quando si torna al lavoro.
Ovviamente, anche lavorare in solitudine ha lati positivi, ma nel lungo periodo potrebbe risultare estremamente negativo per chi fatica a trovare il proprio equilibrio.
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